Stress da Vacanza

Sembrerà paradossale ma, diversi studi lo dimostrano, i periodi di vacanza creano un aumento dei livelli di stress sia fisico che psichico. Numerosi professionisti dell’alimentazione e di medicina interna ci mettono in guardia relativamente al fatto che modificazioni nell’alimentazione, nei ritmi sonno-veglia e, vista la stagione l’elevata esposizione alle temperature influenzano, a volte negativamente il nostro metabolismo.
Essendo, io, una psicologa non tratterò questi argomenti ma cercherò di chiarire quali fattori ambientali e personali possono diventare fattori di stress in occasione delle vacanze.
Dopo dodici mesi di duro lavoro e di pesante routine quotidiana arrivano finalmente i tanto desiderati mesi estivi, per essere precisi non tutti possono godere di ferie e vacanze nei periodi estivi ma comunque anche per loro ad un certo punto arrivano le tante agognate ferie. Spesso, però, con i periodi di vacanza arriva anche lo stress.
Perché accade questo? Semplice! Perché lo stress è una modalità di comunicazione che il nostro organismo utilizza quando si trova davanti a cambiamenti e richieste ambientali a cui fatica a dare una risposta. In altre parole, nel momento in cui incorriamo nei periodi di riposo dal lavoro stiamo vivendo un cambiamento. Il nostro organismo e la nostra psiche deve adeguarsi alla nuova situazione, ma spesso tali periodi, sono molto brevi e quindi non riusciamo a completare il processo di adattamento che ci si ritrova nella ‘nuova situazione’ di rientro al lavoro.
Prima di approfondire come tutelarsi dallo stress da vacanza è doveroso precisare che la psicologia distingue due tipologie di stress. Da una parte si trova l’eustress, paragonabile ad una spinta energetica che ci muove verso l’adattamento e dall’altro troviamo il distress, cioè uno stato di affaticamento e appesantimento psico-fisico derivante dalle richieste ambientali eccessive per le capacità di adattamento dell’organismo. Non è possibile né quantificare né qualificare l’uno e l’altro in quanto dipendono dalle capacità di resilienza personali, dalle esperienze precedenti e dalle risorse ambientali a disposizione di ognuno.
I fattori di stress legati alle vacanze sono molteplici e vanno dall’organizzazione della partenza, alle preoccupazioni per la tutela dell’abitazione, basti pensare alle notizie che arrivano da alcune periferie dove dopo soli pochi giorni di assenza le abitazioni sono state svaligiate o occupate, ma anche alla gestione degli animali domestici, non sempre accettati nei luoghi di villeggiatura o in alcuni casi non trasportabili (acquari, rettilari, voliere). Ma anche per chi non dovesse avere un viaggio in programma il periodo di vacanza risulta stressante perché richiede modifiche della routine, inoltre spesso è proprio in questi periodi che si pianificano ristrutturazioni o lavori di manutenzione dell’abitazione. Tutto questo rende il periodo che dovrebbe essere di riposo un periodo altamente attivo.
Come contenere questo stress?
Punto primo. Si deve sempre tenere presente che anche in vacanza le giornate durano solo 24 ore e quindi è consigliabile programmare poche attività per ogni giorno.
Punto secondo. È necessario ridimensionare le aspettative rispetto al periodo di vacanza evitando di idealizzarlo.
Punto terzo. Considerare le vacanze come un periodo di pausa delle problematiche quotidiane e non come una soluzione, e fare in modo che questo periodo aiuti a ricaricare le energie per rendere l’organismo pronto ad affrontare nuove sfide e vecchie questioni lasciate in standby prima delle vacanze.
Punto quarto. Anche se si sono organizzate le vacanze per filo e per segno si deve ricordare che esistono moltissimi fattori che sfuggono dal nostro controllo, il clima, l’umore dei nostri compagni di viaggio, la qualità dell’accoglienza e delle strutture recettive-alberghiere, il nostro stato di salute e il nostro umore. È quindi consigliabile organizzare al minimo la vacanza e vivere giorno per giorno in modo da vivere con maggiore serenità gli imprevisti.
Punto quinto. Il rientro è altrettanto stressante e ricco di insidie, in inglese viene identificata come sindrome ‘post vacation blues’. Questa sindrome secondo uno studio nell’OMS può colpire fino al 50% dei vacanzieri. Si caratterizza con cefalee, deconcentrazione, disattenzione, nausea, inappetenza, basso livello d’umore, apatia.
Per gestire questi fastidi è necessario riconoscerli, essere consapevoli che si tratti di stress da rientro e fare in modo che il rientro sia graduale. In altre parole l’organismo di deve abituare al nuovo cambiamento.
Nei casi di viaggi in zone fuso orario diverso è inoltre consigliabile il rientro qualche giorno prima del ritorno al lavoro per consentire all’organismo di smaltire il jetleg.

Pubblicato da Dott.sa Fabiola M. Comotti

Sono la dottoressa Fabiola M. Comotti, ho conseguito la laurea magistrale in Psicologia Clinica nel febbraio del 2013. Ho conseguito l'abilitazione nel febbraio del 2016 presso l'Ateneo di Firenze. Sono iscritta all'Albo degli Psicologi della regione Emilia-Romagna con codice 8606. Mi occupo di counseling psicologico basato sulle emozioni, di training per teamworks e di ecoterapia.