Esempio di Tesina RPRI

PROGETTO DI EDUCAZIONE ASSISTITA

DALLA FASE PRE-PROGETTUALE ALLA FASE DI RESTITUZIONE

Il progetto esposto è di tipo educativo, ha quindi finalità di promozione, attivazione, sostegno delle risorse e delle potenzialità di crescita individuale del soggetto coinvolto, oltre ad intervenire sulla qualità di vita e sui livelli di autostima.

Naturalmente, come da Linee guida, nel progetto sono state coinvolte più figure professionali – veterinario, responsabile di progetto, referente di intervento, coadiutori del cane.

FASE PRELIMINARE

VALUTAZIONE DELLA RICHIESTA

A seguito della richiesta ricevuta da parte della struttura, la responsabile della associazione ha effettuato dei colloqui informativi con il responsabile della struttura.

In linea generale a seguito di una richiesta vengono svolti colloqui, anche telefonici, preliminari che permettono di fare una prima valutazione sulla fattibilità del progetto. Si devono raccogliere informazioni relative ai profili dei fruitori considerando le clausole di esclusione generali: atti pregressi di violenza su animali, gravi forme allergiche, presenza di fobie specifiche, e altre ancora. Si deve inoltre verificare le motivazioni del richiedente e le disponibilità economiche.

INDIVIDUAZIONE DEL RESPONSABILE

Al termine dei colloqui e dopo attenta valutazione la responsabile dell’associazione ha nominato l’equipe, in quanto essendo anche la responsabile di progetto, ha questa responsabilità.

Nei casi di associazioni o enti con un numero maggiore di responsabili di progetto la nomina viene fatta sulla base delle esperienze pregresse, delle disponibilità e delle competenze e predisposizioni individuali. In altre parole generalmente in presenza di più responsabili di progetto la decisione è presa a seguito di un briefing tra responsabili di progetto e dirigente responsabile generale dell’associazione o ente.

COINVOLGIMENTO DEI CAREGIVER

Nominata l’equipe vengono predisposti brevi colloqui con gli educatori della struttura, con i familiari, al fine di raccogliere e meglio definire la domanda e individuare i bisogni del destinatario finale del progetto. È importante a questo scopo non dimenticare che le EAA vengono richieste pensando al fruitore finale ma i beneficiari sono molteplici a più livelli: destinatario delle attività, caregiver, struttura che accoglie il fruitore.

Per questioni organizzative non ho assistito ai colloqui tra la responsabile di progetto e la referente della struttura ma il contenuto del colloquio e le impressioni di partenza sono state riportate durante la riunione d’equipe.

INDIVIDUAZIONE E NOMINA DEI MEMBRI DELL’EQUIPE

Una volta che i bisogni sono definiti e la domanda è stata analizzata dal responsabile di progetto, vengono nominati gli altri membri dell’equipe scegliendo tra le diverse professionalità a disposizione.

– Veterinaria esperta in IAA;

– Responsabile di progetto: pedagogista;

– Referente di intervento: educatrice;

– Coadiutore del cane: solitamente più di due in modo da poter coinvolgere più cani e comunque da assicurarsi da eventuali impreviste assenze;

– Pet: i cani coinvolti sono scelti dal responsabile di progetto in accordo con il referente e con i coadiutori.

Lavorare in equipe significa lavorare insieme come ununica entità all’interno della quale ognuno ha competenze, predisposizioni e capacità specifiche ma allo stesso tempo non può ottimizzarle e metterle in pratica senza il supporto e il coinvolgimento dell’intera equipe.

Ciò che ho imparato è che l’equipe è proprio come un corpo: il cervello comanda tutte le altre parti ma senza la collaborazione e la partecipazione profonda dell’intero corpo non si muove nemmeno un dito, quindi all’interno dell’equipe, parafrasando un insegnamento del dott. Mercuri ‘uno vale uno ma l’insieme supera la somma delle singole parti.

FASE PROGETTUALE

STESURA DEL PROGETTO

Dopo aver nominato l’equipe e definito i bisogni a seguito dell’analisi della domanda, l’equipe procede alla stesura del progetto. Naturalmente ci sarà chi ha maggiore dimestichezza per gli aspetti più operativi e chi per quelli più burocratici, organizzativi ed economici. Ciò che è fondamentale è che comunque tutti siano informati e partecipi delle decisioni.

Frequentemente in questo settore di intervento i progetti sono finanziati da enti pubblici e privati ed è quindi indispensabile procedere con una progettazione che includa fasi di monitoraggio, valutazione, restituzione dei risultati.

La fase di stesura del progetto prevede 9 tappe indispensabili per la buona riuscita dei progetti di EAA e TAA. Le tappe della stesura del progetto vanno dalla raccolta informazioni alla visita preliminare presso la struttura che ospita il progetto.

  1. Incontro di raccolta informazioni e analisi della domanda

    Come responsabile di progetto si crea un canale comunicativo e un linguaggio comune con il richiedente e come referente di intervento si instaura una prima relazione con la struttura e con il contesto di intervento.

    In occasione di una esperienza pratica ho potuto osservare l’incontro tra i referenti educatori della struttura che hanno presentato i singoli partecipanti al progetto riportando un resoconto delle situazioni attuali, delle risorse individuali e delle relative criticità. Durante l’incontro sono state anche approfondite le richieste da parte del referente della struttura che richiedeva un progetto di gruppo finalizzato alla stimolazione delle abilità residue in modo da favorire il movimento, il rafforzamento dell’autostima, il miglioramento dell’assetto psicofisico e il benessere in generale dei fruitori.

  2. Definizione degli obiettivi e individuazione delle aree di intervento

    Il responsabile di progetto e il referente di intervento collaborano alla definizione di obiettivi generali e specifici e delle aree di intervento. Ho osservato come le specifiche competenze psicologiche e pedagogiche ed educative delle figure coinvolte possano favorire la performance decisionale e organizzativa, infatti procedendo ognuno nella propria mansione, senza un lavoro sinergico d’equipe, il tempo impiegato per la definizione degli obiettivi e delle aree di intervento è maggiore e rischia anche di essere incompleto in quanto ognuno porta il proprio punto di vista professionale escludendo a volte quello degli altri professionisti. Lavorando in sinergia è possibile trovare soluzioni comuni e più complete.

    Alcuni giorni dopo il colloquio con la struttura ho avuto modo di partecipare alla riunione d’equipe per la definizione degli obiettivi e delle aree di intervento. Durante la riunione il RI e il RP hanno valutato di intervenire sulle aree del benessere e della integrazione attraverso obiettivi specifici quali:

– mantenimento delle abilità residue;

– allenamento del movimento;

– abbassamento dei livelli di arousal;

– rafforzamento autostima e del senso di autoefficacia e di sicurezza;

– creazione di occasioni di comunicazione, scambio, condivisione e partecipazione.

  1. Struttura degli incontri

    Le decisioni relative al numero di fruitori coinvolti, alla durata del progetto, al numero di incontri totale, e alla tipologia e numerosità dell’equipe viene presa in accordo tra responsabile, referente, coadiutore e referente della struttura. In questa fase è fondamentale che il responsabile di progetto si ponga come mediatore tra le esigenze del richiedente e le risorse disponibili. Il referente di struttura ha delle aspettative, che potrebbero essere non sostenibili o compatibili, anche perché non necessariamente è a conoscenza delle dinamiche e delle regole degli interventi assistiti per questa ragione il responsabile di progetto ha il compito, non semplice di mediare tra queste aspettative, le disponibilità economiche e le risorse a disposizione. Il referente di intervento è chiamato a valutare e ipotizzare il numero di fruitori inseribili nel progetto, le tempistiche utili affinché il progetto possa portare a risultati soddisfacenti e la durata auspicabile. È fondamentale tenere presente le esigenze degli animali coinvolti.

    In accordo tra tutte le parti interessate si è stabilito di svolgere gli incontri il martedì pomeriggio dalle 15.30 alle 17.00, per un periodo di 10 mesi a partire dalla 1° settimana di settembre fino alla 2° settimana di giugno per un totale di 37 incontri (considerando di saltare l’incontro che cade in un martedì festivo come 8 dicembre e sospensione degli incontri nel periodo natalizio cioè dal 21 dicembre al 7 gennaio). Dopo attenta valutazione è stato deciso di coinvolgere 12 fruitori, 2 referenti di intervento, 3 coadiutori del cane e 5 cani. Questa numerosità è legata alla durata del progetto che essendo lungo potrebbe richiedere in alcuni momenti la sostituzione di alcuni professionisti per qualsiasi causa, di conseguenza si è deciso in questa fase di nominare i professionisti titolari e supplenti e coinvolgere tutti in questa fase in modo da informare tutti adeguatamente.

FASE OPERATIVA

REALIZZAZIONE DEL PROGETTO

  1. Calendarizzazione e scelta del tema conduttore del progetto

    In questa fase deve essere coinvolta l’equipe multidisciplinare nel suo complesso con la presenza del referente della struttura.

    Nella mia esperienza questa sembra essere la fase che richiede più compromessi e trattative, infatti la presenza di tutte le professionalità coinvolte, se queste non riescono a lavorare in modo sinergico, potrebbe provocare stalli e incomprensioni.

    Dopo la definizione degli aspetti più organizzativi si è passati alla definizione degli aspetti più operativi e quindi ho assistito al tavolo di lavoro che coinvolge i referenti di intervento insieme ai coadiutori con le direttive generali del responsabile di progetto. Durante l’incontro si è deciso come organizzare gli incontri, come dividere i gruppi di fruitori, la scaletta delle attività, i temi giornalieri da trattare durante gli incontri. La programmazione si è limitata ai primi 5 incontri al termine dei quali è stato programmato un momento di monitoraggio e confronto in modo da programmare gli incontri successivi e così procedendo fino al termine del progetto.

  2. Struttura e setting

    Setting: stanza posta al piano strada, fornita di doppio ingresso e 3 finestre, molto ampia, arredata con molte sedie, 5 tavoli e 3 divani. La location si è presentata troppo piena di elementi quindi si è predisposto al posizionamento, lungo le pareti, dei tavoli e della maggior parte delle sedie. Alcune sedie sono state utilizzate per creare dei sotto-ambienti e i divani sono stati posizionati in modo tale da averne uno per ogni gruppo in quanto utile per posizionare alcuni soggetti con maggiore difficoltà di equilibrio sulla sedia.

  3. Programmazione del contenuto di ogni seduta

Si è stabilita una routine per ogni incontro che preveda:

– arrivo in struttura con presentazione e saluto del referente di struttura;

– saluto ad ogni partecipante;

– preparazione e posizionamento strumenti di lavoro con il coinvolgimento dei fruitori;

– svolgimento attività pratiche;

– conclusione delle attività pratiche e raccolta del materiale da lavoro;

– giro finale di saluto ai cani e raccolta dei feedback sull’attività;

– briefing post-seduta tra RI-coadiutore-RP (in video-chat).

  1. Visita dal veterinario

    Come già detto il veterinario ha l’ultima parola in merito allo stato di salute e benessere del pet. Per una valutazione precisa e puntuale è consigliabile una valutazione qualche giorno prima dell’inizio del progetto, al termine del progetto e durante il progetto (grazie alle videoregistrazioni).

Riassumendo: il veterinario da il nulla osta per la partecipazione alle attività, controlla, grazie a visite periodiche, la salute del pet, provvede ai protocolli sanitari, ma solo grazie alla stretta collaborazione con il coadiutore può veramente monitorare il benessere dell’animale grazie anche alla compilazione di schede di osservazione e monitoraggio del pet sia in attività che in addestramento che nella vita quotidiana.

In questa fase sia RP che RI non sono stati coinvolti direttamente ma tenuti costantemente aggiornati in modo e maniera che ogni modifica al gruppo di lavoro, ivi compresi i cani, sia valutato in equipe.

  1. Visita preliminare in struttura

    Questa prassi è fondamentale e coinvolge tutta l’equipe operativa in quanto prevede la osservazione, familiarizzazione e valutazione degli ambienti e del setting. In questa fase il coadiutore può esporre dubbi o accorgimenti, avendo piena conoscenza dei pet coinvolti.

    Nello specifico la visita preliminare è coincisa, per praticità con l’incontro tra equipe e referente di struttura.

Riepilogo: ad esempio un cane che ha difficoltà con le scale a griglia in una struttura che prevede in caso di malfunzionamento dell’ascensore il percorso attraverso una scala a griglia necessità di mediazione relativa ad una location diversa in quel caso, essendo una eventualità non programmabile e quindi non gestibile con la sostituzione del cane. Allo stesso modo un ascensore troppo piccolo per caricare cane e coadiutore in carrozzina. In questo processo di perlustrazione della struttura è coinvolta l’intera equipe cosicché il responsabile di progetto possa fare le dovute presentazioni al referente della struttura e si richiede anche la presenza dei cani coinvolti in modo che questi possa prendere familiarità con l’ambiente.

  1. Svolgimento degli incontri

    A seguito di tutte le decisioni prese, le riunioni, gli incontri preparatori e preliminari. Dopo aver passato ore ed ore a preparare i pet, prepararsi come coadiutori e a prepararsi come RI e RP arriva finalmente il momento di scendere in campo e mostrare tutto ciò che si è appreso durante l’iter formativo specifico e durante gli anni di studio.

    L’emozione e l’ansia da prestazione si fanno sentire e giunti al momento di entrare nella sala e iniziare la prima seduta anche se solo come tirocinante sembra che tutto quello che ho appreso si sia cancellato.

    Ho solo osservato ma per me è stato come dover condurre una seduta, fortunatamente accanto a me c’erano RI e coadiutrice molto preparate che mi hanno permesso di comprendere le dinamiche delle interazioni, le tecniche di conduzione delle sedute.

    Con il tempo e con l’accumularsi di ore di tirocinio ho acquisito sempre più sicurezza, e sono certa che grazie all’affiatamento con gli altri membri dell’equipe sarò in grado di svolgere in modo soddisfacente ed efficace il compito di RI e RP.

MONITORAGGIO E VALUTAZIONE

  1. Scelta degli strumenti di monitoraggio del pet, del fruitore e della seduta in generale

    Come responsabile di progetto ho potuto osservare la grande utilità del di strumenti di monitoraggio condivisi in quanto forniscono la base per poter osservare con semplicità gli elementi fondamentali utili alla valutazione di efficacia e di andamento del progetto oltre a valutare lo stato di salute del pet, ho inoltre ipotizzato l’utilità di uno strumento che permetta al responsabile di progetto di valutare il lavoro di equipe in seduta.

    Ho potuto apprezzare l’efficacia e utilità delle videoriprese, in quanto permettono di osservare comportamenti, avvenimenti e modificazioni in tutta tranquillità permettendo anche un confronto diretto. Grazie alle registrazioni è possibile, a posteriori, compilare delle schede di osservazione del comportamento che consentono una raccolta dati precisa, standardizzabile e condivisibile. Relativamente al benessere del pet, il discorso è il medesimo, in quanto dalle registrazioni è possibile in caso di dubbio o comunque periodicamente richiedere una valutazione delle manifestazioni di stress correlato all’attività da parte del veterinario esperto.

Riassumendo: uno strumento che ho visto utilizzare è la videoregistrazione, accompagnata in fase successiva dalla compilazione di diari di attività e di schede di osservazione sia relative al fruitore che al pet. Sarebbe quindi interessante implementare un lavoro di rafforzamento e valutazione del lavoro d’equipe in seduta.

! Nei progetti educativi è importante

  1. Utilizzo degli strumenti di valutazione

    – Videoregistrazione: in presenza di uno o due osservatori è consigliabile provvedere alla videoregistrazione della seduta da due punti di vista uno maggiormente centrato sul lavoro d’equipe e l’altro sulle dinamiche della relazione tra fruitore e pet.

    Nella mia esperienza le videoregistrazioni sono state fatte da tirocinanti con smartphone e teblet.

    – Per ogni incontro è consigliabile compilare una breve scheda di osservazione del pet in modo che il responsabile di progetto insieme al coadiutore e al veterinario possano valutare eventuali sostituzioni nel caso di disagio o stress.

    Nel progetto che mi ha coinvolto il coadiutore riferiva al RP ad ogni incontro eventuali criticità e particolarità comportamentali del pet.

    – Al termine di ogni incontro il RI dovrebbe compilare una scheda di osservazione dei fruitori o almeno un diario giornaliero delle attività.

    Ho potuto osservare che nei progetti individuali l’osservazione ad ogni incontro è possibile e producente mentre nel caso di incontri di gruppo la valutazione ad ogni incontro è dispendiosa in termini di tempo e comunque potrebbe non far emergere cambiamenti significativi da un incontro all’altro.

    – Al termine di ogni seduta RI e coadiutore dovrebbero prendersi alcuni minuti per confrontarsi su eventuali criticità e potenziali soluzioni.

    Ho imparato come anche solo pochi minuti dopo le sedute possono permettere al team di risolvere alcune piccole criticità incontrate durante l’attività. A volte rimandare la discussione all’incontro con l’equipe è controproducente perché rischia di far sedimentare incomprensioni che potrebbero interferire sull’equilibrio di tutto il gruppo di lavoro.

    – Almeno una volta ogni 5 sedute è consigliabile effettuare una riunione d’equipe per presentare l’andamento del progetto, verificare gli obiettivi parziali, le problematiche le risoluzioni applicate, le modifiche rispetto al progetto originale e le eventuali rimodulazioni degli obiettivi.

    – All’inizio, alla fine e almeno una volta ogni 10 sedute è consigliabile effettuare una valutazione dei fruitori per verificare l’efficacia del progetto.

    Nel progetto descritto il monitoraggio dei pet era responsabilità dei coadiutori in comunicazione con il veterinario, mentre per la valutazione dei fruitori e dell’equipe si è utilizzato un diario di bordo delle attività all’interno del quale il RI inserisce osservazioni e impressioni rispetto al lavoro d’equipe con i coadiutori e il coadiutore inserisce commenti e osservazioni rispetto alla relazione con il pet e alla collaborazione con il RI. Ho potuto osservare che in questo modo durante le riunione d’equipe è possibile affrontare tematiche e situazioni senza perdere alcun elemento. Grazie alle registrazioni abbiamo osservato l’accaduto, grazie al diario abbiamo potuto avere un feedback delle impressioni, delle ipotetiche cause, delle soluzioni messe in atto.

FASE CONCLUSIVA

VALUTAZIONE ESITI DEL PROGETTO

In questa fase viene coinvolta l’equipe multidisciplinare nel suo complesso. I referenti di intervento e il responsabile di progetto si confrontano in merito agli obiettivi auspicati e agli obiettivi raggiunti oltre alle criticità incontrate e alle soluzioni applicate. Si pone particolare attenzione sul reale cambiamento e sui benefici riscontrati sia dal fruitore che da parte dei beneficiari secondari, come caregiver, struttura, e altri non direttamente coinvolti nel progetto.

Nel progetto descritto vengono coinvolti nella valutazione dei risultati anche i coadiutori del cane.

RELAZIONE FINALE E RESTITUZIONE

Al termine della valutazione dei risultati ottenuti durante il periodo di attivazione del progetto viene redatta un relazione finale. In seguito questa viene consegnata al responsabile e/o referente della struttura o comunque al soggetto che ha fatto richiesta dell’attivazione del progetto educativo. La relazione viene consegnata attraverso una breve presentazione.

Nel caso specifico la relazione inerente i fattori relazionali e le specifiche attività del cane viene redatta dal coadiutore, la parte inerente il raggiungimento degli obiettivi del fruitore viene redatta dal responsabile di progetto. Sempre il responsabile di progetto si fa carico in un secondo omento della consegna e presentazione degli esiti e delle conclusioni relative l’intero progetto.

Conclusioni personali

La partecipazione a progetti in equipe mi ha permesso di comprendere al meglio le dinamiche di un gruppo di lavoro. A livello personale ha incrementato le mie competenze comunicative e di ascolto oltre, naturalmente, a ampliare le mie competenze tecniche-professionali.

Osservando il lavoro, le mansioni e le responsabilità dei RP e dei RI e come questo carico di lavoro è condiviso con tutti i membri dell’equipe, ho potuto apprendere i vantaggi della condivisione e della delega.

Ho avuto modo di osservare differenti stili di leadership e questo mi ha consentito di apprezzare le differenze oltre che osservare gli specifici limiti e vantaggi.

A livello pratico osservare gli interventi da diverse prospettive (RP, RI) è stato complesso ma illuminante. Poter comprendere come l’agire di uno influenza il campo di azione dell’altro e come una coesione e una sinergia vera rendano il lavoro più armonioso e lineare è stato molto interessante.

Partivo dalla convinzione che ogni figura professionale coinvolta negli IAA ricoprisse un ruolo rigido e chiuso all’interno di schemi, responsabilità e campi d’azione. A seguito della partecipazione ad attività pratiche ho compreso che il ruolo determina le responsabilità formali ad esso legate ma che per la buona riuscita del progetto tutti devono comprendere le responsabilità, i compiti e le mansioni delle altre figure coinvolte.

Ho osservato che, a partire dal tirocinante al coadiutore fino ad arrivare al referente, al responsabile di progetto e al veterinario, è fondamentale condividere le responsabilità e i compiti.

Durante un confronto d’equipe ho ascoltato il racconto di un coadiutore, che lavorando a stretto contatto con il fruitore ha riportato elementi importanti per la valutazione del fruitore stesso. Il coadiutore ha avuto l’opportunità di osservare la relazione fruitore-pet da un punto di osservazione privilegiato riuscendo a inquadrare anche le reazioni del pet, maggiormente sensibile ai cambiamenti umorali del fruitore.

Allo stesso modo il RP ha potuto registrare i miglioramenti avvenuti nel fruitore grazie al punto di osservazione del RI che è riuscito a cogliere piccoli cambiamenti nel comportamento del fruitore che poi sono stati sfruttati per motivare il fruitore e sostenere la prosecuzione del progetto e il reale e totale coinvolgimento del fruitore.

In un’altra occasione ho osservato la registrazione di un RI impegnato nell’atto di utilizzare tecniche educative ma a volte a causa del coinvolgimento stretto e ravvicinato (tipico degli interventi assistiti) non è stato in grado di valutare lucidamente l’efficacia e le dinamiche relazionali messe in atto ma grazie alla presenza del coadiutore ha ottenuto un feedback immediato e ha rimodulato l’azione. Inoltre, il RP osservando le videoregistrazioni delle sedute ha cogliere i limiti, le criticità, le potenzialità e le risorse del RI in attività.

Credevo erroneamente che ognuno avesse il suo specifico posto nel gruppo, come avevo appreso nello studio sulle dinamiche dei gruppi. Al termine di questo corso avanzato per RP e1 RI ho capito che negli interventi assistiti i progetti possono funzionare solo se il gruppo è dinamico, modellabile e i membri riescono ad uscire dagli schemi rigidi del ruolo.

Il gruppo è un’entità unica che si muove come il banco di sardine: tutti uniti e tutti insieme all’unisono orientati tutti verso lo stesso scopo finale. Non esiste un capo, non esiste un mero esecutore ma esistono essere unici che coinvolgo il gruppo nelle decisioni e che vengono coinvolti tutti nell’esecuzione.

Pubblicato da Dott.sa Fabiola M. Comotti

Sono la dottoressa Fabiola M. Comotti, ho conseguito la laurea magistrale in Psicologia Clinica nel febbraio del 2013. Ho conseguito l'abilitazione nel febbraio del 2016 presso l'Ateneo di Firenze. Sono iscritta all'Albo degli Psicologi della regione Emilia-Romagna con codice 8606. Mi occupo di counseling psicologico basato sulle emozioni, di training per teamworks e di ecoterapia.